E' finita la schiavitù
Un mio amico è uscito da poco di prigione,
dopo anni di carcere duro e mesi di cella
di isolamento. Racconta che non gli par vero
di essere in libertà. Per crederci, ha bisogno
di sentirselo ripetere ogni momento. Si sorprende
a pensare, a comportarsi, a far progetti
da carcerato.
Quando esce per la strada, quasi si stupisce
di non esser più braccato o minacciato; se
incontra un conoscente deve fare uno sforzo
per guardarlo in faccia, per riprendere l’atteggiamento
sicuro della persona libera.
Non andrebbe mai a letto, perché, appena
chiude gli occhi, si ritrova in carcere,
e si sveglia di soprassalto, sudato e tremante.
Al mattino, appena sveglio, e a tutte le
ore del giorno, non può fare a meno di telefonare
ai pochi amici fedeli e non si stanca di
sentirsi garantire che è veramente libero.
A messa, una domenica, ha incontrato un giudice
che, conoscendolo, lo ha abbracciato, incoraggiandolo
a perseverare sulla strada del ritorno al
Padre. Mi confessa di aver pianto e mi parla
spesso della gioia di quell’incontro in cui
ha visto un anticipo dell’amore infinito
di Dio.
“Gridate al cuore di Gerusalemme che è finita
la sua schiavitù” - dice Isaia.
Per ogni uomo il battesimo di Gesù ha segnato
la fine della schiavitù e il passaggio alla
libertà di figli di Dio. Dal Padre arriva
una voce, rivolta a Gesù, su cui è sceso
lo Spirito in forma di colomba, ma detta
a tutti noi: “Tu sei il mio figlio prediletto,
in te mi sono compiaciuto”: abbiamo bisogno
di ripetercela e sentircela ripetere dagli
amici.
È il grido meraviglioso che ci annuncia:
è finita la schiavitù del peccato con l’avvento
della misericordia, è finita la schiavitù
del dolore, con Gesù, diventato amore, è
finita la schiavitù della morte, divenuta,
con Gesù, passaggio alla Vita.
(grazie ad Eugenio)
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